Nota: Prima di andare in vacanza, padre Giustino mi ha chiesto di celebrare due Messe domenicali. Ecco la mia registrazione della seconda Messa.
Usando Marco 9,30-37, parlo della nostra infanzia spirituale durante la Messa delle 10 del 22 settembre 2024 presso la Cappella di Sant’Ignazio di Loyola a Selcetta, vicino a Roma.
Dio vi benedica.
Ecco il testo dell’omelia:
Lunedì scorso, volevo divertirmi e dopo la mia lezione d’italiano, ho noleggiato un monopattino. Qualche volta è stato spaventoso, ho dovuto fare attenzione alle macchine, ai camion, all’autobus e ai pedoni.
Ma allo stesso tempo, è stato divertente sfrecciare sulla strada! Per un momento, mi sono sentito di nuovo come un ragazzo.
Una parte importante nella vita cristiana è la riscoperta e l’accettazione della nostra infanzia spirituale.
Gesù ci insegna questo punto nel Vangelo di oggi. Ha abbracciato un bambino davanti ai suoi discepoli dicendo: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».
Cos’è la giocosità dell’infanzia spirituale?
Ogni momento può essere un’opportunità di giocare a un gioco.
Nei giochi di bambini, tutti partecipano. Si scoprono molte cose meravigliose. Potrebbe esserci un vincitore, ma tutti si divertono e celebrano quella vittoria.
Interessante … questi elementi descrivono il Paradiso. Tutti celebrano la vittoria di Dio nella storia di ogni creatura. Tutti giocano. C’è una nuova scoperta nel mistero di Dio. Tutti si divertono. È un gioco per bambini, per sempre.
Anche la Messa, un’immagine di Paradiso, può essere vista come un gioco. Ovviamente, è richiesto rispetto e solennità da parte nostra. Vanno seguite le regole di un gioco. Ma entriamo nel dramma di Dio, che riunisce magistralmente con sé stesso l’umanità peccatrice, in un sacrificio d’amore.
Eppure, la capacità di giocare del bambino dipende dalla presenza amorevole dei genitori. Senza di loro, il timore impedisce al bambino di giocare liberamente.
Allo stesso modo, la nostra infanzia spirituale dipende dalla nostra accettazione dell’amore di Dio Padre. Senza quell’amore, il peccato entra nella nostra vita, sentiamo che dobbiamo proteggerci ed escludere gli altri.
Ogni lettura di oggi descrive questa dinamica, questa disfunzione. Il libro della Sapienza dimostra il complotto del male contro il bene. Nella lettura, San Giacomo rimprovera la comunità cristiana per quella ostilità. Nel Vangelo, i discepoli litigano su chi sia il più grande.
Come facciamo a riscoprire quell’infanzia spirituale?
Ovviamente, ci confessiamo per i peccati che ci hanno diviso e chiediamo quella grazia. Ma Gesù ci dice anche di amare e servire gli altri affinché abbiamo il cuore di un bambino. Un bambino ama e aiuta gli altri facilmente.
Dopo molta pratica e illuminata dalla grazia del Signore, riscopriamo la giocosità dell’infanzia spirituale e imitiamo così il Paradiso per trasmettere la gioia divina.
Un giorno, un confratello Oblato americano andava in fretta verso casa e ha noleggiato un monopattino elettrico. Un gruppo di anziani, vedendolo con la sua veste talare, ha gridato: “Bravissimo, padre!”
Ecco … l’uomo ha visto il divertimento, l’ha celebrato, e ha riscoperto il cuore del bambino spirituale.
