Omelia: La nostra fedeltà dimora in Gesù

Prendendo come riferimento Marco 10,2-16, parlo della fedeltà durante la Messa delle 8 del mattino del 6 ottobre 2024 presso la Chiesa di San Pietro in Montorio a Roma.

La fedeltà cresce attraverso la testimonianza degli altri.

Dio vi benedica.

Ecco il testo dell’omelia:

          Recentemente ho guardato la prima puntata di una miniserie su Netflix che si chiama «Fedeltà». Le tentazioni e un’accusa di infedeltà entrano in un matrimonio felice e lo minacciano. Non sono riuscito a guardare oltre quella puntata; mi ha ricordato troppo il difficile matrimonio dei miei genitori. Dopo molti anni di infedeltà, di accuse, e di risentimento, il matrimonio ha avuto come risultato il divorzio.

Possiamo essere fedeli in questo mondo, pieno di dolore e divorzi?

Oggi parliamo dell’insegnamento di Gesù contro il divorzio, un insegnamento difficilissimo da accettare nella nostra cultura occidentale, anche se, certamente, una separazione diventa necessaria in caso di minaccia per la sicurezza della famiglia.

Questo insegnamento va visto nel contesto biblico, accompagnato da molti testi sui bambini che abbiamo sentito per alcune settimane.

Gesù dice: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me».

«Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare».

«Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio».

 Il contesto ci insegna che il divorzio danneggia i bambini. Quante storie e canzoni descrivono le difficoltà dei bambini e degli adolescenti dopo un divorzio?

Ma anche tutti noi.

Esso minaccia la nostra infanzia spirituale perché l’amore coniugale dovrebbe essere l’immagine dell’amore di Dio. Senza questi due amori, non abbiamo fiducia negli altri e ci sentiamo soli.

Io non voglio sentirmi solo.

Io, prete da un anno, devo essere fedele alla Chiesa per mostrarvi Gesù e darvi i sacramenti, specialmente l’Eucaristia. Ma la fedeltà cresce attraverso la testimonianza degli altri. Voglio vedere la vostra fedeltà. Se non la vedo, come posso vivere la mia vocazione?

Il periodo più difficile per un prete sono i primi cinque anni dopo l’ordinazione. In questo periodo, molti preti decidono che non ne vale la pena a causa di critiche, ingratitudine e difficoltà. Molti lasciano il sacerdozio.

Abbiamo tutti bisogno l’uno dell’altro: sacerdoti, religiosi e laici.

Aiutiamoci e incoraggiamoci.

Voi mi direte: «Tu prete, mostraci tu la tua fedeltà a Dio».

Io vi dirò: «Voi laici, coniugi e religiosi, mostratemi voi la vostra fedeltà nelle vostre difficoltà».

Ma per fare ciò abbiamo bisogno di un aiuto spirituale.

Rivolgiamoci alla Santa Famiglia. Maria e Giuseppe rimangono fedeli perché Dio dà loro la grazia e Gesù è il centro delle loro vite. Allo stesso modo, rimaniamo fedeli perché Gesù, il centro della nostra vita, ci dà la grazia. Chiedete il loro aiuto nelle difficoltà.

Confessiamo regolarmente i nostri peccati, gli ostacoli alla grazia.

Possiamo essere fedeli?

Sì, assolutamente.

La nostra fedeltà dimora in Gesù.

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