Omelia: Chiedete gli occhi della fede

Prendendo come riferimento Marco 10,46-52, parlo di come avere gli occhi della fede durante la Messa delle 8 del mattino del 27 ottobre 2024 presso la Chiesa di San Pietro in Montorio a Roma.

«Rabbunì, che io veda di nuovo!».

Dio vi benedica.

Ecco il testo dell’omelia:

           Recentemente, la mia optometrista mi ha detto: «Dobbiamo controllare gli occhi per il glaucoma». Mi sono preoccupato molto, pensando: «Forse perderò la vista». Ma dopo gli esami, i medici non hanno trovato nulla di grave. Grazie a Dio. Gli occhi devono essere controllati ogni anno.

          Dipendiamo moltissimo dagli occhi perché ci forniscono molte informazioni sul mondo attorno a noi.

          Eppure, vediamo le cose spirituali?

          Oggi, la richiesta di Bartimèo deve essere la nostra: «Rabbunì, che io veda di nuovo!».

          Molte volte, sembriamo Bartimèo, inciampiamo lungo il cammino della vita e siamo ciechi nei confronti dei compiti di Dio. I nostri cellulari e i social media perpetuano la cecità.

          Eppure, la nostra fede ci insegna che Dio è sempre presente con noi e sta lavorando per il nostro bene. Dobbiamo avere fiducia in questa verità.

          Con la fiducia, noi come Bartimèo dobbiamo supplicare Dio di aiutarci: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!».

          Sembriamo stupidi e gli altri ci dicono: «State zitti!», ma supplichiamo ancora: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!».

          Poi, Gesù ci chiede: «Che cosa vuoi che io faccia per te?»

          Noi cosa chiediamo?

          Chiediamo a Gesù gli occhi della fede per vedere le cose spiritualmente. Questi occhi rappresentano il dono della sapienza.

          Dio ci dà questo dono nel battesimo e nella cresima ma dobbiamo praticare questo dono.

          Ecco un consiglio: ogni sera, prima di dormire, dovremmo fermarci e riflettere sulla nostra giornata. Chiediamo a Gesù: «Come hai lavorato tu oggi, nella nostra giornata?» Parliamo con lui come con un buon amico e riflettiamo insieme sulle nostre azioni quotidiane. Rendiamo grazie per le cose buone. Questa è l’essenza della preghiera chiamata l’examen: vediamo i compiti di Dio nella nostra giornata.

          Vedendoli, abbiamo più fede nella presenza del Signore nel prossimo step della nostra vita.

          Qualche volta, vogliamo vedere il nostro futuro per intero, vedere ogni passo della vita. A volte, però, non siamo pronti.

          Se qualcuno mi avesse detto quindici anni fa che oggi io sarei stato un prete, non ci avrei creduto.

          Dunque, Gesù vuole che facciamo un passo alla volta.

          Possiamo diventare bambini spirituali? E, sentendo la voce incoraggiante di Dio Padre, facciamo un passo alla volta?

          Alla fine del Vangelo oggi, Marco scrive: «E subito [Bartimèo] vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada».

          Guarito, Bartimèo vide Gesù, ebbe fiducia in lui, e lo seguì. Non conosceva il suo futuro, ma aveva fede e lo seguiva.

          Quindi, ascoltate la domanda di Gesù: «Che cosa vuoi che io faccia per te?»

          La richiesta di Bartimèo sia la nostra: «Rabbunì, che io veda di nuovo!».

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