Omelia: Cristo Re è il segno e il mezzo per l’unità

Prendendo come riferimento Giovanni 18,33b-37, parlo della unità sotto Cristo Re durante la Messa delle 8 del mattino del 24 novembre 2024 presso la Chiesa di San Pietro in Montorio a Roma.

Gesù è il segno e il mezzo per l’unità tra i cristiani.

Dio vi benedica.

Ecco il testo dell’omelia:

  Che cos’è un re nel mondo odierno?
  Oggi, un re o una regina è una celebrità seguita dai paparazzi, una personalità che compie doveri solenni o lavora per beneficenza. Ma questi reali hanno pochissimo potere su di noi perché temiamo le dittature. Possiamo ammirarli da lontano e vivere senza la loro influenza.
  Eppure, come trattiamo noi Cristo Re? Pensiamo che Gesù viva lontano e compia alcune cose senza influire sulla nostra vita? Lo ammiriamo da lontano e viviamo senza la sua influenza? Se pensiamo così, siamo lontani dal Regno di Dio e sotto l’autorità di un’altra guida, il diavolo.
  Allora, che importanza ha oggi questo titolo di Gesù, il re dell’universo?
  Oggi, un re o una regina ha una funzione nazionale importante: essere simbolo di stabilità e unità. Il governo cambia spesso, ma i reali rimangono. Per esempio, la Regina Elisabetta Seconda d’Inghilterra ha regnato per 70 anni e ha avuto 15 capi di governo. Nei momenti di crisi (Covid), le parole confortanti dei reali hanno contato più di tutte.
  Anche Gesù dovrebbe essere simbolo di unità per tutti noi cristiani, anche se litighiamo spesso; perché le sue parole ci uniscono e ci confortano. Perché ci chiamiamo cristiani se non apparteniamo a lui?
  Nel Vangelo Gesù dice: «Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».
  Nel nostro cuore, abbiamo questo desiderio di verità, a lui Gesù parla con la sua parola, evoca il nostro amore, e ci attrae a sé. E ancor di più, nel battesimo e nella cresima, egli ci ha già dato lo Spirito Santo, il potere di unità e di amore.
  L’unità e l’amore si manifestano nella Passione, nella quale Gesù ci avvicina alla sua sofferenza e alla sua morte. Gesù dice: «E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Ogni eucaristia ci ricorda questa azione di amore e ci lega di più nel Corpo Mistico di Cristo.
  Pilato chiese a Gesù: «Dunque tu sei re?».
  Confrontiamoci con una domanda simile: Gesù è il nostro leader, il Buon Pastore, il nostro re?
  Abbiamo una scelta: possiamo ammirare Gesù da lontano o avvicinarci a lui e seguirlo fino alla vita eterna, il suo regno di gioia e gloria.
  Non siamo ammiratori, bensì discepoli.

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