Prendendo come riferimento Lc 3,15-16.21-22, parlo di essere figli amati di Dio durante la Messa delle 8 del mattino del 12 gennaio 2025 presso la Chiesa di San Pietro in Montorio a Roma.
Dio vi benedica.
Ecco il testo dell’omelia:
Oggi, il Vangelo termina con queste parole: «E venne una voce dal cielo: “Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento”».
In questo passo, Dio Padre parla ovviamente a suo Figlio. Ma crediamo noi che Dio indirizzi queste parole anche a noi uomini? Che anche noi siamo amati da Dio?
Molte volte, il demonio ci dice: «I vostri peccati vi sporcano. Dio vi ha rifiutato».
Questo perché i nostri peccati ci allontanano da Dio e le nostre scelte lo respingono.
Sappiamo che questo allontanamento viene dal peccato originale, quando Adamo ed Eva credettero alla bugia del demonio contro la bontà di Dio e la loro identità di figli amati. Noi oggi viviamo con la conseguenza di questo primo rifiuto; noi oggi pensiamo di non essere amati e facciamo tutto da soli.
Ma la verità è che Dio ci ama e ci accetta sempre. Gesù è entrato in questo mondo per rimettere questa verità nel cuore di ogni uomo.
La sua passione e risurrezione hanno rovesciato il peccato e l’errore di Adamo ed Eva. Ma Gesù aveva cominciato questo atto pubblicamente già con il suo battesimo. Colui che non ha bisogno di battesimo lo riceve e cammina accanto a noi.
Vedendo questa umiltà, Dio Padre gli dice: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».
Il dottore Bob Schuchts, scrittore cattolico e terapista matrimoniale e familiare, insegna che il battesimo guarisce la ferita del rifiuto. Questo sacramento ci inserisce nel Corpo mistico di Cristo, dove riceviamo lo Spirito Santo, l’amore di Dio Padre e il suo compiacimento. Siamo i suoi figli amati.
Il nostro compito è vivere questa grazia e verità. La grazia battesimale ci spinge a confessarci quando abbiamo peccato. Da purificati, noi condividiamo i nostri beni e talenti con gli altri.
Ecco un esempio di come vivere questa grazia. Durante le vacanze natalizie, sono andato a trovare una comunità di confratelli a Parigi. Mi sono sentito subito accolto. I confratelli hanno parlato con me, mi hanno aiutato e mi hanno raccomandato alcuni posti turistici da visitare. Ho corrisposto a questo benvenuto controllando ogni mattina l’acqua nella caffettiera e nel bollitore. La loro casa è diventata casa mia.
Ricordatevi che Dio vi ama sempre e non vi respinge.
Dio Padre ci dice: Tu sei il figlio mio, la figlia mia: in te ho posto il mio compiacimento.
