Omelia per l’Ascensione: Gesù ci manderà lo Spirito Santo

Usando Lc 24,46-53, padre Jonas parla dell’Ascensione di Gesù durante la Messa delle 8 del primo giugno 2025 presso la Chiesa di San Pietro in Montorio a Roma.

Gesù se ne va in modo che ci manderà lo Spirito Santo.

Dio vi benedica.

Ecco il testo dell’omelia:

Molte volte certe cose giungono alla fine perché ci siano nuovi inizi. Alla fine dell’anno accademico, gli studenti studiano per gli esami e sognano i viaggi estivi con le loro famiglie e amici. Allo stesso tempo, la Chiesa si avvicina alla conclusione della stagione pasquale con l’Ascensione.

Quando leggiamo la prima lettura e il Vangelo di oggi, ci poniamo una domanda: perché Luca ha scritto due volte dell’Ascensione di Gesù?

Nel suo immenso amore per noi, Gesù risorto vuole riversare lo Spirito Santo in noi. Infatti Gesù dice ai discepoli: «Io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».

Ma questo dono richiede che Cristo lasci la realtà fisica terrena. Egli dice: «È bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi».

Quando Gesù risorge dai morti, il suo corpo appartiene al mondo spirituale di Dio e non può rimanere qui sulla terra. Nel santuario celeste, con il suo corpo, egli mostra e dona al Padre la nostra umanità redenta e glorificata.

Quindi, Gesù risorto in Paradiso indica il nostro futuro, che la Lettera agli Ebrei descrive: «Abbiamo piena libertà di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesù».

In Paradiso, Dio Padre ama il Figlio. Ricevendo questo amore, il cuore aperto di Gesù ama il Padre e riversa su di noi lo Spirito Santo attraverso il suo corpo, fisico e mistico, cioè la Chiesa.

Per questo, l’evangelista Luca racconta due volte dell’Ascensione: L’Ascensione di Gesù significa il dono dello Spirito Santo in ogni parte della Chiesa.

Perché lui ci ama immensamente, Gesù ascende al cielo ed entra nel cuore di ogni credente mediante l’assemblea, la Scrittura e i sacramenti, in modo particolare l’Eucaristia.

Gesù e lo Spirito Santo ci attirano con l’amore divino, affinché rispondiamo con fiducia e li seguiamo lungo il cammino verso il Paradiso.

Questa sequela si esprime quest’anno con il Giubileo, che ci invita a essere pellegrini di speranza mediante le indulgenze, i pellegrinaggi e l’accoglienza degli altri.

Dunque, cominciamo insieme a fare nostro il consiglio contenuto nella Lettera agli Ebrei: «Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è degno di fede colui che ha promesso».

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