Usando Lc 18,1-8, padre Jonas parla della preghiera abituale durante la Messa delle 8 del 19 ottobre 2025 presso la Chiesa di San Pietro in Montorio a Roma.
Dio vi benedica.
Ecco il testo dell’omelia:
All’inizio del Vangelo di oggi, Luca spiega il messaggio della parabola della vedova e del giudice: «la necessità di pregare sempre».
Nel suo immenso amore per noi, Dio vuole ascoltarci e rispondere alle nostre richieste.
San Tommaso d’Aquino scrive che la preghiera cambia la persona che prega, perché facendo ciò nell’anima cresce la devozione. Così, un cuore più grande riesce ad accogliere i doni di Dio.
Gesù dice: «E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente».
Gesù gioisce nell’ascoltarci, soprattutto durante la liturgia: la Messa è la preghiera più potente, perché preghiamo Dio Padre con il Figlio, nello Spirito Santo.
Nella parabola, la vedova chiede insistentemente una sentenza giusta al giudice disonesto. Allo stesso modo, in ogni Messa possiamo presentare le nostre necessità durante la preghiera dei fedeli. In quel momento, la Chiesa offre le nostre richieste a Dio.
Inoltre, ogni sacerdote deve celebrare la Messa con una intenzione. Ogni domenica io controllo il libro in sagrestia per conoscere l’intenzione di questa Messa. Molte volte non trovo nulla. Ovviamente, ho le mie intenzioni personali, ma vorrei pregare anche per le vostre.
Quanta gente ha bisogno oggi delle nostre preghiere!
Quando prego per una intenzione nella Messa, questa entra nella coscienza della comunità cristiana e tutti possiamo pregare gli uni per gli altri.
Approfittiamo di questa opportunità e chiediamo una intenzione per i parenti e gli amici.
Anche nell’offertorio, quando il sacerdote offre il pane e il vino, possiamo immaginare di affidare le nostre intenzioni, le nostre necessità e i nostri problemi sulla patena e nel calice. Al momento dell’epiclesi, prego Dio Padre di far scendere lo Spirito Santo sulla patena e sul calice. Tutto (pane, vino, speranze, preoccupazioni e intenzioni) appartiene ormai a Gesù.
Egli dice: «Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò».
Quando riceviamo l’Eucaristia, riceviamo la promessa che Gesù si prende cura dei nostri problemi.
Anche se non riceviamo ciò che chiediamo, confidiamo che Dio opera sempre per il nostro bene nei suoi modi misteriosi. Egli vede tutto dall’eternità, oltre la nostra piccola prospettiva.
Quando Gesù verrà, vedrà che noi saremo rimasti fedeli nella preghiera.
